Giovanni Orlando
Un universo nascosto di emozioni e musica: gli Hidden Universe
Altro giro, altra corsa: oggi approfondiamo la conoscenza degli Hidden Universe.
Partecipanti, lo scorso sabato 20 dicembre, del MESTIZO Contest - il contest dedicato alla musica emergente nazionale – gli HU sono una band del barese formata da Fabio Alfano (voce e chitarra, arrangiamenti, testi),

Cecco Colossi (basso)

Giuseppe Leone (batteria e programmazioni).

Sebbene con una formazione diversa, gli HU nascono nel 2012 da un’idea di Fabio e Giuseppe che si mettono subito al lavoro per sfornare il loro primo brano “Hidden Universe”. Brano che ha ispirato anche il nome della band, poiché la musica - come ci dice Fabio – “per noi è quell’universo nascosto in cui ci è permesso di essere noi stessi, in cui riusciamo ad esprimerci al meglio…”.
Dopo aver sperimentato diverse line-up, nel 2014 conoscono finalmente Cecco. Con questa nuova - e a quanto pare vincente – formazione, riescono a classificarsi primi al festival ROCK ON! svoltosi a Putignano (Ba) il 6 settembre dello stesso anno.
I tre ricordano con orgoglio ed emozione questo momento, non solo perché ne sono usciti vincitori con Cecco - ultimo arrivato - ma anche perché il concorso era dedicato a Giuseppe Girolamo, il batterista trentenne di Alberobello che ha perso la vita nel naufragio della Costa Concordia.
Il loro sound si ispira al synth rock degli anni ’80, ovvero quel genere musicale che unisce il rock alla musica elettronica (avvalendosi di strumentazioni elettroniche, campionamenti e tastiere) arrivando così ad unire e registrare sonorità separate in un’unica traccia, creando un ritmo accattivante e coinvolgente.
E’ Giuseppe, appassionato di musica elettronica, che ispirandosi a gruppi quali Muse, Radiohead e Depeche Mode, convince il gruppo ad avventurarsi in questo genere musicale. Come spiega Fabio, “l’idea è quella di restare con un piede nel passato, omaggiando le sonorità del rock puro, e contemporaneamente di avanzare verso il futuro, unendo questo sound all’elettronica dei sintetizzatori”. Troviamo un classico esempio di synth rock nel loro brano “July Twenty One”. Titolo scelto perché ricorda una serie di determinati eventi: primo su tutti la famosa data dello sbarco sulla luna (21 luglio 1969), ma coincide anche con il giorno di nascita del cantante Fabio, nonché con la data in cui ha saputo che sarebbe diventato papà!
La particolarità del pezzo, dicevamo, sta nel fatto che è possibile ascoltare - in unisono con la musica - le comunicazioni originali Terra-Luna. Perfetto esempio, quindi, di ciò che si può fare servendosi della registrazione multitraccia, tipica del rock elettronico. Si rinvengono, nella loro musica, anche ritmi che ricordano il synth pop.
Dei loro 11 inediti, soltanto tre pezzi sono in italiano mentre i restanti sono tutti in inglese; lingua che la band preferisce per sonorità come queste, anche se stanno “sperimentando” l’italiano per eventuali nuovi pezzi.
Con loro abbiamo toccato anche un tasto dolente, ovvero l’attuale situazione della musica emergente in Italia. Fabio ci confessa che “Il problema per una band o un cantante che propone musica inedita, è quello di trovare degli spazi per esibirsi. Suonare in un locale è diventata quasi un impresa, poiché viene dato sempre più spazio alle cover band, che riescono con facilità a riempire il locale. Tutto sta nel trovare qualcuno che creda nella tua musica e ti dia la possibilità di crescere…”.
Ed è proprio partendo da questo presupposto che la Joe Black Production - con l’appoggio del Villanova Club che offre una suggestiva location - ha dato inizio al contest MESTIZO, con la prospettiva di offrire sempre musica di qualità e dare così agli artisti emergenti e meritevoli la possibilità di farsi conoscere dal pubblico, per arrivare chissà, un giorno, a calcare palchi sempre più grandi. Un augurio che facciamo a tutte le band che arricchiscono il nostro panorama musicale con le loro creazioni originali.
Alla prossima.

Pamela Pagano.
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